La morfometria: strumento per la classificazione di strutture anatomiche nell’ambito dell’attribuzione di identità forense

Obiettivo Nell’ambito dell’attribuzione di identità a fini forensi, ci si pone il problema di oggettivare i criteri che portano al riconoscimento di un soggetto, perché ritenuto colpevole di un reato o per scagionarlo. Rendere oggettivo il riconoscimento significa potersi avvalere di metodi e metodo...

Full description

Bibliographic Details
Main Authors: Nello Balossino, Mario Coriasco, Sergio Rabellino
Format: Article
Language:English
Published: Università degli Studi di Torino 2018-11-01
Series:Journal of Biomedical Practitioners
Subjects:
Online Access:https://www.ojs.unito.it/index.php/jbp/article/view/3037
Description
Summary:Obiettivo Nell’ambito dell’attribuzione di identità a fini forensi, ci si pone il problema di oggettivare i criteri che portano al riconoscimento di un soggetto, perché ritenuto colpevole di un reato o per scagionarlo. Rendere oggettivo il riconoscimento significa potersi avvalere di metodi e metodologie consolidate e provate che, con responsi analitici, siano in grado di superare il limite della prova testimoniale, potenzialmente soggetta a distorsioni percettive e a falsi ricordi. Materiali e metodi L’estrazione da immagini digitali di informazioni semantiche relative a forme, avviene tramite operazioni di segmentazione, binarizzazione, ma soprattutto di rappresentazione e descrizione, secondo tecniche e metodi matematico/geometrici e con l’ausilio di algoritmi appropriati che automatizzano l’estrazione, l’analisi e la comparazione delle informazioni. Risultati Partendo dalle metodiche classiche per la rappresentazione e descrizione di forme, è possibile determinare dei descrittori del volto robusti rispetto a trasformazioni di roto-scalo-traslazione; le stesse metodiche sono estendibili a tutti gli ambiti in cui si renda utile la comparazione di forme relative al corpo umano su cui siano individuabili punti di repere e descrittori significativi. Conclusioni Grazie all’uso di descrittori robusti del volto, è possibile potenziare la valutazione di compatibilità nell’attribuzione di identità di soggetti, valutazione che si avvale di elementi oggettivi e inconfutabili. Gli stessi criteri sono potenzialmente estendibili a diversi ambiti in cui sia utile un confronto biometrico delle immagini.
ISSN:2532-7925
2532-7925