La sospensione dell'esilio: narrazioni di rifugiati e richiedenti asilo in ambito clinico

Attraverso questo elaborato, frutto di un iniziale resoconto di un più ampio progetto di ricerca, si intende riflettere sul rapporto tra esperienza di rifugio e il complesso ambito della salute mentale. Condotta all’interno di un Centro di Salute mentale di Bologna, l’indagine cerca di riflettere, c...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Elisa Mencacci
Format: Article
Language:Spanish
Published: Osservatorio Processi Comunicativi 2012-07-01
Series:M@GM@
Subjects:
Online Access:http://www.magma.analisiqualitativa.com/1002/articolo_10.htm
Description
Summary:Attraverso questo elaborato, frutto di un iniziale resoconto di un più ampio progetto di ricerca, si intende riflettere sul rapporto tra esperienza di rifugio e il complesso ambito della salute mentale. Condotta all’interno di un Centro di Salute mentale di Bologna, l’indagine cerca di riflettere, con una modalità attiva, su le strategie più opportune per intervenire con persone provenienti da questo tipo di esperienza. Siamo all’interno di un setting già da anni strutturato secondo un taglio pluriprospettico, dove l’approccio medico-psichiatrico s’incontra con lo sguardo antropologico. Le due figure utilizzano l’ausilio di un mediatore linguistico-culturale. Il setting ha preso forma nell’intento di fornire un servizio quantomeno sensibile alle particolari richieste che provengono da pazienti migranti, dunque da soggetti provenienti da luoghi altri. Si è fatto uso degli strumenti provenienti dall’antropologia della sofferenza sociale, disciplina attenta a investigare su quanto le dinamiche di potere e i meccanismi di posizionamento sociale possano essere considerati come veri e propri agenti patoplastici e della narratologia, quest’ultima usata con l’intento di leggere nei racconti clinici il modo in cui rifugiati e richiedenti rappresentano questa particolare esperienza di migrazione. Il vissuto di sospensione emerge come contenitore in grado di descrivere la condizione che questi soggetti vivono per gran parte del loro percorso. A giocare un ruolo importante sono i sistemi di accoglienza stessi, strutturati secondo logiche precise, tese a scandire il percorso per “divenire rifugiati” in fasi chiare e piuttosto rigide. I sistemi di accoglienza possono essere descritti come una giostra liminale, sopraelevata dalla realtà, dove questi soggetti entrano in un percorso teso in primo luogo a manipolare, cucire la loro storia in modo da riuscire a presentare la loro esperienza trascorsa in un modo adeguato e riconoscibile con il fine di riuscire ad entrare nei criteri stabiliti per essere considerati degni di ottenere la protezione internazionale.
ISSN:1721-9809