Il rinnovamento dei monasteri benedettini a Roma tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo: un’indagine preliminare

Il generale ridimensionamento subito dai benedettini a favore dei cistercensi in seguito allo scisma anacletista si registrò anche nell’Urbe dove, se negli anni ’40 del XII secolo si ricorda il primo insediamento romano dell’ordine di Cîteaux ad aquas salvias, in ambito benedettino non si ritrovano...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Roberta Cerone
Format: Article
Language:deu
Published: Università di Napoli Federico II 2018-06-01
Series:Reti Medievali Rivista
Subjects:
Online Access:http://www.politics.unina.it/index.php/rm/article/view/5633
id doaj-97e54ff115fc47f9b921c46da0ded17f
record_format Article
spelling doaj-97e54ff115fc47f9b921c46da0ded17f2020-12-02T15:12:32ZdeuUniversità di Napoli Federico IIReti Medievali Rivista1593-22142018-06-0119110.6092/1593-2214/56334255Il rinnovamento dei monasteri benedettini a Roma tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo: un’indagine preliminareRoberta Cerone0Università degli Studi di Roma La Sapienza Il generale ridimensionamento subito dai benedettini a favore dei cistercensi in seguito allo scisma anacletista si registrò anche nell’Urbe dove, se negli anni ’40 del XII secolo si ricorda il primo insediamento romano dell’ordine di Cîteaux ad aquas salvias, in ambito benedettino non si ritrovano iniziative di rilievo fino alla seconda metà del secolo, almeno stando a quanto si conosce finora. C’è da premettere, infatti, che il tema dell’architettura monastica a Roma rimane ancora da indagare a fondo, in particolare per quanto concerne l’area della clausura che, certo anche a causa dei rimaneggiamenti subiti, rimane spesso poco nota, mentre sugli edifici di culto le nostre conoscenze sono decisamente più approfondite. Il primo cantiere rilevante in questi anni, e anche quello più precisamente databile (1189), è quello di San Lorenzo fuori le mura che vide l’organizzazione delle fabbriche residenziali attorno a un chiostro, un elemento fino ad allora poco usato nel contesto non solo romano, ma in generale centroitaliano. Proprio l’adozione dell’impianto claustrale segna i maggiori cantieri della prima metà del secolo successivo, quando sotto gli auspici di Innocenzo III cominciò una fase di rinnovamento dei monasteri più importanti, come i Santi Quattro Coronati, San Saba e soprattutto San Paolo fuori le mura, ma anche Santa Scolastica a Subiaco, da considerarsi nell’ambito romano sia per la provenienza delle maestranze utilizzate nella realizzazione del chiostro, sia per il suo legame politico e culturale con la Roma pontificia. In questi cantieri, non tutti sondabili nelle strutture residenziali oggi troppo rimaneggiate per ricavarne elementi significativi, si viene ad elaborare un tipo di struttura claustrale, che a San Paolo raggiungerà la sua massima espressione, che possiamo definire come tipicamente romana per il gusto antichizzante dei rivestimenti marmorei e dei corredi plastici e per l’uso della scriptura exposta a esibire il significato simbolico del luogo e a ricordarne il patronato. http://www.politics.unina.it/index.php/rm/article/view/5633Architettura monasticachiostropapa Innocenzo III
collection DOAJ
language deu
format Article
sources DOAJ
author Roberta Cerone
spellingShingle Roberta Cerone
Il rinnovamento dei monasteri benedettini a Roma tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo: un’indagine preliminare
Reti Medievali Rivista
Architettura monastica
chiostro
papa Innocenzo III
author_facet Roberta Cerone
author_sort Roberta Cerone
title Il rinnovamento dei monasteri benedettini a Roma tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo: un’indagine preliminare
title_short Il rinnovamento dei monasteri benedettini a Roma tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo: un’indagine preliminare
title_full Il rinnovamento dei monasteri benedettini a Roma tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo: un’indagine preliminare
title_fullStr Il rinnovamento dei monasteri benedettini a Roma tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo: un’indagine preliminare
title_full_unstemmed Il rinnovamento dei monasteri benedettini a Roma tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo: un’indagine preliminare
title_sort il rinnovamento dei monasteri benedettini a roma tra la fine del xii e l’inizio del xiii secolo: un’indagine preliminare
publisher Università di Napoli Federico II
series Reti Medievali Rivista
issn 1593-2214
publishDate 2018-06-01
description Il generale ridimensionamento subito dai benedettini a favore dei cistercensi in seguito allo scisma anacletista si registrò anche nell’Urbe dove, se negli anni ’40 del XII secolo si ricorda il primo insediamento romano dell’ordine di Cîteaux ad aquas salvias, in ambito benedettino non si ritrovano iniziative di rilievo fino alla seconda metà del secolo, almeno stando a quanto si conosce finora. C’è da premettere, infatti, che il tema dell’architettura monastica a Roma rimane ancora da indagare a fondo, in particolare per quanto concerne l’area della clausura che, certo anche a causa dei rimaneggiamenti subiti, rimane spesso poco nota, mentre sugli edifici di culto le nostre conoscenze sono decisamente più approfondite. Il primo cantiere rilevante in questi anni, e anche quello più precisamente databile (1189), è quello di San Lorenzo fuori le mura che vide l’organizzazione delle fabbriche residenziali attorno a un chiostro, un elemento fino ad allora poco usato nel contesto non solo romano, ma in generale centroitaliano. Proprio l’adozione dell’impianto claustrale segna i maggiori cantieri della prima metà del secolo successivo, quando sotto gli auspici di Innocenzo III cominciò una fase di rinnovamento dei monasteri più importanti, come i Santi Quattro Coronati, San Saba e soprattutto San Paolo fuori le mura, ma anche Santa Scolastica a Subiaco, da considerarsi nell’ambito romano sia per la provenienza delle maestranze utilizzate nella realizzazione del chiostro, sia per il suo legame politico e culturale con la Roma pontificia. In questi cantieri, non tutti sondabili nelle strutture residenziali oggi troppo rimaneggiate per ricavarne elementi significativi, si viene ad elaborare un tipo di struttura claustrale, che a San Paolo raggiungerà la sua massima espressione, che possiamo definire come tipicamente romana per il gusto antichizzante dei rivestimenti marmorei e dei corredi plastici e per l’uso della scriptura exposta a esibire il significato simbolico del luogo e a ricordarne il patronato.
topic Architettura monastica
chiostro
papa Innocenzo III
url http://www.politics.unina.it/index.php/rm/article/view/5633
work_keys_str_mv AT robertacerone ilrinnovamentodeimonasteribenedettiniaromatralafinedelxiieliniziodelxiiisecolounindaginepreliminare
_version_ 1724405617810997248