Summary: | L’analisi, a distanza di quasi quarant’anni dalla strage di Ustica, di alcune parti della sentenza-ordinanza del giudice istruttore Priore e di alcune delle pronunce rese in sede civile consente almeno tre tipi di riflessioni. La prima interessa, nel momento di passaggio dal codice di rito del 1930 a quello attuale, le forme dell’attività dell’allora giudice inquirente, secondo quella che può essere definita una “investigazione partecipata” lunga vent’anni. La seconda concerne la storia della ricerca delle tracce per la ricostruzione del fatto, sin dall’inizio soppresse o alterate. La terza, infine, riguarda i diritti dei parenti delle vittime, “soddisfatti” solo da un punto di vista patrimoniale.
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