Summary: | Gli studi dedicati all'influenza esercitata da John Ruskin sull'architettura si sono incentrati prevalentemente sulla questione del Gotico, sul problema del Restauro e sulla relazione tra immagine e struttura o, più esattamente, sulla discussione per l’architettura limitato alla immagine di superficie oppure esteso agli aspetti costruttivi e, in generale, ai temi più specificamente disciplinari, a dispetto del suo non essere architetto. Meno attenzione ha ricevuto un tema che intercetta con grande lucidità e offre solida struttura teorica a un mutamento in corso nella seconda metà del XIX secolo: il modello, o meglio i diversi modelli, della creatività artistica e architettonica.
La figura del creatore di architettura, che in Seven Lamps of Architecture tende a coincidere con il prototipo dell’artista visionario turneriano messo a punto nei primi due volumi di Modern Painters, subisce, nell’evolversi del complesso sistema ruskiniano, mutamenti sostanziali, offrendo nuovi paradigmi immediatamente assunti nella riforma della disciplina avviata da William Morris e dal movimento Arts and Crafts ma attivi per tutto il secolo successivo e ancor oggi pienamente operanti nella cultura architettonica.
Il presente contributo – che è parte di una più ampia ricerca – si incentra sulla stesura di The Seven Lamps of Architecture, inizialmente concepito come parte di Modern Painters, con l’intento di analizzare come la struttura della creatività descritta da John Ruskin si modifichi nel passaggio dall’arte all'architettura, guidata da due principali figure: la personalità artistica del visionario, l’anonimo come paradigma della architettura.
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