McMaster Model of Family Functioning: adattamento alla realtà italiana, implicazioni cliniche e di ricerca
Il presente lavoro comincia con una descrizione dettagliata del “McMaster Model of Family Functionig” (MMFF), modello che al suo interno integra una teoria multidimensionale sul funzionamento familiare, diversi strumenti di auto ed etero valutazione e chiare indicazioni terapeutiche racchiuse al...
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Format: | Doctoral Thesis |
Language: | it |
Published: |
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
2007
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Subjects: | |
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ndltd-unibo.it-oai-amsdottorato.cib.unibo.it-2792014-03-24T16:26:41Z McMaster Model of Family Functioning: adattamento alla realtà italiana, implicazioni cliniche e di ricerca Fabbri, Stefania <1973> M-PSI/08 Psicologia clinica Il presente lavoro comincia con una descrizione dettagliata del “McMaster Model of Family Functionig” (MMFF), modello che al suo interno integra una teoria multidimensionale sul funzionamento familiare, diversi strumenti di auto ed etero valutazione e chiare indicazioni terapeutiche racchiuse all’interno della “Problem Centered System Therapy of the Family” (PCSTF). Grazie alla sua completezza il Modello fornisce ai clinici metodi coerenti, pratici ed empiricamente validi per valutare e trattare le famiglie, essi inoltre, sono stati formulati in modo da essere adattabili a differenti setting clinici e di ricerca, applicabili ad un’ampia gamma di problematiche e verificabili empiricamente. Obiettivo finale della presente ricerca è stato quello di porre le basi per l’esportazione del MMFF in Italia e poter quindi procedere alla sua applicazione in ambito clinico. La ricerca è cominciata alla Brown University con la traduzione dall’inglese all’italiano del Family Assessment Device (FAD), uno degli strumenti di autovalutazione compresi nel MMFF, ed è in seguito continuata con la validazione del suddetto strumento in un campione di 317 soggetti appartenenti alla popolazione generale italiana. Il FAD si è dimostrato uno strumento valido ed affidabile, in grado quindi di fornire valutazioni stabili e coerenti anche nella sua versione italiana. Il passo successivo è stato caratterizzato dalla somministrazione di FAD, Symptom Questionnaire (SQ) e delle Psychological Well-Being scales (PWB) a 289 soggetti reclutati nella popolazione generale. In accordo con il modello bipsicosociale che vede l’ambiente familiare come il più immediato gruppo di influenza psicosociale dello stato di benessere o malessere dell’individuo, i nostri dati confermano una stretta relazione tra scarso funzionamento familiare, spesso espresso attraverso difficoltà di comunicazione, di problem solving e scarso coinvolgimento affettivo e distress psicologico esperito con sintomi depressivi, ansiogeni ed ostilità. I nostri dati sottoliano inoltre come un funzionamento familiare positivo sia altamente correlato ad elevati livelli di benessere psicologico. Obiettivo della parte finale del lavoro ed anche il più importante, è stato quello di esplorare l’efficacia della Problem Centered Systems Therapy of the Family nella gestione della perdita di efficacia degli antidepressivi nel trattamento della depressione ricorrente. 20 soggetti con diagnosi di depressione maggiore ricorrente secondo il DSM-IV sono stati randomizzati a due diverse condizioni di trattamento: 1) aumento del dosaggio dell’antidepressivo e clinical management, oppure 2) mantenimento dello stesso dosaggio di antidepressivo e PCSTF. I dati di questo studio mettono in evidenza come, nel breve termine, PCSTF e farmacoterapia sono ugualmente efficaci nel ridurre la sintomatologia depressiva. Diversamente, ad un follow-up di 12 mesi, la PCSTF si è dimostrata altamente superiore all’aumento del farmaco ner prevenire le ricadute. Nel gruppo sottoposto all’aumento del farmaco infatti ben 6 soggetti su 7 ricadono entro l’anno. Nel gruppo assegnato a terapia familiare invece solo 1 soggetto su 7 ricade. Questi risultati sono in linea con i dati della letteratura che sottolineano l’elevata probabilità di una seconda ricaduta dopo l’aumento dell’antidepressivo all’interno di una farmacoterapia di mantenimento e suggeriscono l’efficacia dell’utilizzo di strategie psicoterapiche nella prevenzione della ricaduta in pazienti con depressione ricorrente. Alma Mater Studiorum - Università di Bologna Fava, Giovanni Andrea 2007-05-07 Doctoral Thesis PeerReviewed application/pdf it http://amsdottorato.unibo.it/279/ info:eu-repo/semantics/openAccess |
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Il presente lavoro comincia con una descrizione dettagliata del “McMaster
Model of Family Functionig” (MMFF), modello che al suo interno integra una
teoria multidimensionale sul funzionamento familiare, diversi strumenti di
auto ed etero valutazione e chiare indicazioni terapeutiche racchiuse
all’interno della “Problem Centered System Therapy of the Family” (PCSTF).
Grazie alla sua completezza il Modello fornisce ai clinici metodi coerenti,
pratici ed empiricamente validi per valutare e trattare le famiglie, essi inoltre,
sono stati formulati in modo da essere adattabili a differenti setting clinici e di
ricerca, applicabili ad un’ampia gamma di problematiche e verificabili
empiricamente.
Obiettivo finale della presente ricerca è stato quello di porre le basi per
l’esportazione del MMFF in Italia e poter quindi procedere alla sua
applicazione in ambito clinico.
La ricerca è cominciata alla Brown University con la traduzione dall’inglese
all’italiano del Family Assessment Device (FAD), uno degli strumenti di
autovalutazione compresi nel MMFF, ed è in seguito continuata con la
validazione del suddetto strumento in un campione di 317 soggetti
appartenenti alla popolazione generale italiana. Il FAD si è dimostrato uno
strumento valido ed affidabile, in grado quindi di fornire valutazioni stabili e
coerenti anche nella sua versione italiana.
Il passo successivo è stato caratterizzato dalla somministrazione di FAD,
Symptom Questionnaire (SQ) e delle Psychological Well-Being scales (PWB)
a 289 soggetti reclutati nella popolazione generale. In accordo con il modello
bipsicosociale che vede l’ambiente familiare come il più immediato gruppo di
influenza psicosociale dello stato di benessere o malessere dell’individuo, i
nostri dati confermano una stretta relazione tra scarso funzionamento
familiare, spesso espresso attraverso difficoltà di comunicazione, di problem
solving e scarso coinvolgimento affettivo e distress psicologico esperito con
sintomi depressivi, ansiogeni ed ostilità. I nostri dati sottoliano inoltre come
un funzionamento familiare positivo sia altamente correlato ad elevati livelli di
benessere psicologico.
Obiettivo della parte finale del lavoro ed anche il più importante, è stato quello
di esplorare l’efficacia della Problem Centered Systems Therapy of the Family
nella gestione della perdita di efficacia degli antidepressivi nel trattamento
della depressione ricorrente. 20 soggetti con diagnosi di depressione maggiore
ricorrente secondo il DSM-IV sono stati randomizzati a due diverse condizioni
di trattamento: 1) aumento del dosaggio dell’antidepressivo e clinical
management, oppure 2) mantenimento dello stesso dosaggio di antidepressivo
e PCSTF. I dati di questo studio mettono in evidenza come, nel breve termine,
PCSTF e farmacoterapia sono ugualmente efficaci nel ridurre la
sintomatologia depressiva. Diversamente, ad un follow-up di 12 mesi, la
PCSTF si è dimostrata altamente superiore all’aumento del farmaco ner
prevenire le ricadute. Nel gruppo sottoposto all’aumento del farmaco infatti
ben 6 soggetti su 7 ricadono entro l’anno. Nel gruppo assegnato a terapia
familiare invece solo 1 soggetto su 7 ricade. Questi risultati sono in linea con i
dati della letteratura che sottolineano l’elevata probabilità di una seconda
ricaduta dopo l’aumento dell’antidepressivo all’interno di una farmacoterapia
di mantenimento e suggeriscono l’efficacia dell’utilizzo di strategie
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