Il diavolo si annida negli esempi. Su teoria letteraria e comparatistica nei programmi del biennio dei licei
A dispetto della posizione strategica che occupa nel percorso formativo, l’insegnamento dell’italiano nel primo biennio dei licei appare svantaggiato rispetto ai ben più definiti tempi didattici che lo precedono e lo seguono. Alla genericità delle indicazioni ministeriali si aggiunge la mancanza di...
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doaj-d75f4d247f8b47c28e84a3c4831eb7e92020-11-25T02:00:13ZengUniversità degli Studi di CagliariBetween2039-65972014-05-014710.13125/2039-6597/1162761Il diavolo si annida negli esempi. Su teoria letteraria e comparatistica nei programmi del biennio dei liceiToni Veneri0Università di Trieste; Istituto Gramsci del Friuli Venezia Giulia.A dispetto della posizione strategica che occupa nel percorso formativo, l’insegnamento dell’italiano nel primo biennio dei licei appare svantaggiato rispetto ai ben più definiti tempi didattici che lo precedono e lo seguono. Alla genericità delle indicazioni ministeriali si aggiunge la mancanza di un apprezzabile dibattito sui contenuti, che sia paragonabile a quello che circonda il programma del triennio e si rifletta in proposte editoriali altrettanto diversificate e impegnate. Forme eterogenee di colonizzazione hanno così permesso la convivenza di discorsi e di retoriche, i cui presupposti ed esiti non di rado entrano in contraddizione. A partire dal fatto che tale programma vede da una parte la riduzione del canone letterario occidentale a materiale di esercizio per l’analisi testuale, oggetto di verifica e conferma di leggi e procedimenti che sembrano regolarne più che descriverne il funzionamento; dall’altra prevede un’attenzione, caricata dei più alti valori etici ed estetici, per alcuni testi considerati fondativi della cultura europea e nazionale. Il presente intervento vuole innanzitutto attirare l’attenzione sulla mancata complementarietà degli approcci e sulle sue problematiche implicazioni. Una seconda ragione di riflessione sarà di ordine disciplinare: ad usare la lente accademica, ben poco di quanto si trasmette in termini di letteratura in questi due anni ricade nel campo disciplinare dell’italianistica. Da una parte il frequente ricorso – seppur in forma di esempi dati in traduzione – ad opere di varia provenienza di fatto si formula come pratica comparativa; dall’altra gli elementi che forniscono gli strumenti e le categorie dell’analisi letteraria sono anch’essi di origine composita, attingendo tanto alle tassonomie tradizionali del sapere umanistico (retorica, metrica, stilistica), quanto ai risultati più schematizzabili di una stagione e un orientamento teorico circoscritti (lo strutturalismo). L’arena accademica si è da tempo fatta carico di evidenziare i limiti, le debolezze e le implicazioni di tali risultati; tuttavia, salvo rari casi, nessuna revisione sembra averne finora sostanzialmente alterato la presenza nei manuali. Una revisione che potrebbe partire proprio da una rivalutazione delle categorie tradizionalmente associate alla retorica , da intendersi non come fatti puramente tecnici, ma come momenti cruciali di un più ampio processo interpretativo.http://ojs.unica.it/index.php/between/article/view/1162scuolaretoricastrutturalismo |
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